Climatizzatori Mitsubishi a Roma

Grazie ai suoi modelli studiati per donare il massimo confort nel rispetto ambientale, i climatizzatori Mitsubishi a Roma sono fra i più venduti.

Merito probabilmente della capacità di questo gruppo di ottimizzare la produzione, il marketing e la commercializzazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche di alta qualità e, per questo, competitive sul mercato.

O forse, dietro al successo dei climatizzatori Mitsubishi a Roma, c’è l’esperienza di una struttura organizzativa di altissimo livello in grado di garantire a tutti gli utilizzatori la massima accessibilità a sofisticati sistemi di climatizzazione Mitsubishi Electric, con la maggior assistenza pre e post vendita.

Semplicemente, quando si parla di climatizzatori Mitsubishi a Roma, si parla di qualità dell’aria, del design, delle offerte.

Climatizzatori Mitsubishi a Roma: l’aria

Il motivo per cui molti scelgono i climatizzatori Mitsubishi a Roma risiede non solo nella qualità del prodotto, ma anche nella capacità di rendere di qualità l’aria stessa che ci fa respirare. Il marchio giapponese, infatti, consente di affrontare la bassa qualità dell’aria in città, le improvvise variazioni climatiche e le escursioni termiche che incidono sul benessere delle persone andando a controllare la circolazione di aria pura e sana, priva di polveri, fumi, odori sgradevoli e agenti allergenici, mantenendo un’alta qualità dell’aria e un ottimo livello della temperatura ed umidità degli ambienti domestici e lavorativi.

Assicurando un clima ideale, i climatizzatori Mitsubishi a Roma permettono non solo un’eccellente qualità della salute del singolo ma soprattutto una migliore qualità della vita, attraverso una migliore qualità dell’aria.

Climatizzatori Mitsubishi a Roma: il design

La possibilità di respirare aria pulita, unita alla silenziosità di queste apparecchiature sono già uno sprono ad acquistare i climatizzatori Mitsubishi. Ma se questo non bastasse, non dimentichiamo ciò che dona a questo marchio la sua eccellenza: un design elegante ed eccellenti prestazioni.

I climatizzatori Mitsubishi,infatti, sono la soluzione ideale per tutti i tipi di arredi, assicurando il massimo risparmio in termini di spazio ed energia. Il loro design, in diverse colorazioni a seconda del modello scelto, è accuratamente pensato per fondersi in modo naturale in ogni ambiente di installazione. In questo modo il climatizzatore non diviene più un semplice elettrodomestico, ma un complemento d’arredo per la vostra casa.

Tra i vari tipi di climatizzatori Mitsubishi, scoprite climatizzatore Mitsubishi Mel Cloud, il climatizzatore invisibile Alasplit Mitsubishi e quello di design Kirigamine Zen.

Climatizzatore senza motore esterno

La volontà di istallare un climatizzatore fisso all’interno di una abitazione per poter affrontare sia la stagione invernale che quella estiva è ormai divenuta un’esigenza comune.

Di norma la scelta ricade sui modelli tradizionali che si compongono di due unità, quella interna e quella esterna.

Ma in alcune occasioni accade che la scelta di un climatizzatore senza motore esterno sia indotta da una serie di fattori che vincolano il soggetto.

Come per esempio l’assenza di un balcone all’interno della propria abitazione o di uno spazio aperto idoneo a ospitare la macchina. Oppure possono essere presenti vincoli legati all’edificio o alla facciata che ospiterebbe l’unità esterna, come il divieto dell’amministrazione condominiale a posizionare apparecchi sulla facciata dello stabile o, ancora, eventuali vincoli architettonici cui è sottoposto l’edificio.

Per questo la scelta di istallare un climatizzatore senza motore esterno, si sta rivelando sempre più diffusa.

Climatizzatore senza motore esterno: quali sono le differenze?

La prima grande differenza che si può notare in un climatizzatore senza motore esterno sta nella sua dimensione. La sua struttura infatti accorpa in un’unica macchina l’unità condensante e l’unità evaporante, occupando così, sulla parete, maggiore spazio.

Per tale motivo, nella scelta di utilizzare un climatizzatore senza motore esterno, ricade anche la volontà di scegliere un modello dal design moderno e lineare che ben si adatta a tutti i tipi di arredamento.

Prodotto con tecnologia sia on/off che inverter, di fatto un climatizzatore senza motore esterno permette di risparmiare fino al 30% rispetto ad un prodotto tradizionale.

La pompa di calore sostituisce il riscaldamento tradizionale nelle stagioni intermedie e se occorre lo potenzia.

Il suo unico svantaggio risiede nel rumore, leggermente più alto rispetto a quello di una macchina a due unità, poiché di fatto, il motore si trova all’interno dell’abitazione.

Istallare un climatizzatore senza motore esterno non comporta passaggi differenti da quelli tradizionali. Il posizionamento dell’unità a muro richiede comunque degli accorgimenti preliminari. I fori vanno praticati su pareti che si affaccino all’esterno, prive di cavi elettrici e tubazioni del gas, motivo per cui deve essere effettuato da personale competente che possieda le giuste strumentazioni, così da risultare il meno invasivo possibile per la facciata del palazzo.

Bisogna, come per ogni altra macchina, assicurarsi che il climatizzatore senza motore esterno sia sufficientemente lontano da elettrodomestici, arredamento e spazi in cui le persone sono solite trattenersi.

Ciò che si vedrà all’esterno dell’edificio saranno solo 2 griglie. Brevettato più di 10 anni fa, progettato e prodotto in Italia.

Come funziona un deumidificatore

L’eccessiva umidità nell’aria presente in una data abitazione può arrecare danno alle pareti, causando la presenza di una fastidiosa muffa che va a intaccare i nostri muri ma anche i nostri mobili, gli indumenti e gli accessori, lasciando così sgradevoli odori nell’aria e su di noi. Per ovviare a questo problema è possibile utilizzare un deumidificatore. Ne esistono di vari tipi tutti volti ad asportare l’acqua dall’interno di un dato ambiente e rendere l’aria più sana e respirabile.

Per poter scegliere quale sia più in linea con le nostre esigenze dobbiamo però innanzitutto capire come funziona un deumidificatore.

Iniziamo con il dire che per comprendere come funziona un deumidificatore dobbiamo tener conto di quando usarlo e per quanto tempo, poiché ciò inciderà non solo sulla qualità dell’aria respirata ma anche sui nostri costi. Iniziamo con il dire che è importante tener conto sia della grandezza della stanza sia del tasso di umidità in essa presente. E che, in uno stato ottimale, il tasso di umidità oscilla fra i il 40% e il 60%, quindi il tempo in cui il nostro apparecchio deve rimanere acceso è quello necessario per riportare la temperatura interna a questi parametri.

A questo punto analizziamo quanti tipi di deumidificatori esistono e vediamo ogni deumidificatore come funziona.

Come funziona un deumidificatore: deumidificatore a riscaldamento

Efficiente soprattutto nei periodi freddi, meno in primavera ed autunno, inutilizzabile in estate, il deumidificatore per riscaldamento ha queste peculiarità.

Ma vediamo nel dettaglio questo deumidificatore come funziona.

Andando ad innalzare la temperatura dell’aria presente in una stanza, esso va ad asciugarne l’eccesso di umidità, pertanto maggiore è la temperatura presente nella stanza, maggiore sarà l’efficienza del sistema. Nel caso di trattamento di muri umidi, comunque, la temperatura nella stanza non deve superare i 35°C poiché temperature più alte possono causare formazione di crepe e danneggiare i muri. Nel vedere il funzionamento di questo tipo di deumidificatore, dobbiamo però sottolineare che esso va sempre associato ad un adeguato ricambio d’aria della stanza onde evitare la formazione di vapore acqueo che,assorbito dalle parti più secche dei muri o del soffitto, può rovinarli.

Come funziona un deumidificatore: deumidificatore a condensazione

Per comprendere il funzionamento di quest’altro tipo di deumidificatore, dobbiamo partire dal presupposto che esso si compone di elementi quali: ventola di aspirazione, compressore, scambiatori di calore e vaso di espansione, poiché questo metodo mira ad estrarre l’umidità dall’aria raffreddandola sotto il punto di condensazione,  in modo da provocare la caduta dell’umidità attraverso l’evaporazione dell’acqua.

L’efficienza dei deumidificatori per condensazione dipende dalla temperatura e umidità della stanza e dal tipo di macchina, raggiungendo la sua massima prestazione  ad alte temperature.

La deumidificazione per condensazione è molto più efficiente ed economica rispetto alla deumidificazione per riscaldamento soprattutto grazie alla mancanza dell’obbligo di ricambio d’aria contenuta all’interno della stanza che consente una maggiore efficienza energetica.

Impianti di aerazione e condizionamento

Respirare aria salubre, soprattutto nei luoghi di lavoro o dove si concentrano un considerevole numero di persone, è importante. Per questa ragione gli impianti di aerazione e condizionamento devono essere sempre efficienti e rapportati allo spazio che vanno a servire.

Ma dove questi impianti di aerazione e condizionamento sono necessari? E perché sono così importanti? Vediamolo nel dettaglio.

Impianti di aerazione e condizionamento: cosa sono?

Quando si parla di impianti di aerazione e condizionamento ci si riferisce a quei sistemi atti a fornire il necessario apporto di aria esterna in ambienti che necessitano di ventilazione.

Tali ambienti possono essere ad esempio locali chiusi ed interrati, oppure luoghi di lavoro dove le finestre sono assenti o numericamente inferiori alla necessità di ricambio d’aria dell’ambiente.

In questi casi la presenza di impianti di aerazione e condizionamento ristabilisce le normali condizioni di salubrità dell’aria all’interno di luoghi non idonei all’abitazione o ad attività lavorative.

Di norma l’aria necessaria viene prelevata dall’esterno, filtrata, riscaldata ed umidificata o raffreddata e deumidificata, a seconda della necessità, ed in seguito diffusa negli ambienti occupati con un adeguato sistema di canali, diffusori e bocchette. In molti casi, soprattutto all’interno di locali adibiti al pubblico, gli impianti di aerazione e condizionamento possono anche assolvere funzioni di riscaldamento e condizionamento.

Affinchè, tuttavia, l’aria fornita da questi impianti sia salubre, essa deve essere successivamente estratta per evacuare anche eventuali agenti inquinanti o patogeni, ed espulsa all’esterno, di norma nella parte alta dell’edificio.

Quando il funzionamento degli impianti di aerazione e condizionamento è continuo e considerevole, l’aria espulsa viene reindirizzata ad un recuperatore di calore che, nella stagione fredda, sottrae il calore all’aria in uscita per preriscaldare l’aria in entrata. Così facendo si ha un notevole recupero dell’energia termica in uscita nel pieno rispetto dell’ambiente.

Impianti di aerazione e condizionamento: manutenzione

L’utilizzo notevole di impianti di aerazione e condizionamento comporta un altrettanto importante manutenzione affinchè garantiscano un sufficiente numero di ricambi d’aria ed un posizionamento che non esponga a correnti d’aria nocive o fastidiose chi si trova nell’ambiente.  Per tale motivo le griglie di diffusione dell’aria e di aspirazione debbono essere completamente libere da qualsiasi ostruzione.

Particolare attenzione deve essere quindi dedicata alla pulizia e/o sostituzione periodica dei filtri degli impianti di aerazione e condizionamento. La presenza di fuliggine o macchie in prossimità delle bocchette di emissione dell’aria può infatti provocare problemi al funzionamento delle macchine.

Va quindi predisposto un piano di manutenzione programmata con sostituzione dei filtri ed eventuale materiale usurato,  le cui parti scartate devono poi essere smaltite rispettando la normativa sui rifiuti.

Riscaldamento domestico intelligente

Avere un riscaldamento domestico intelligente, ed ancor più un’abitazione che sfrutti al massimo l’automazione e le soluzioni per il risparmio energetico è quel che tutti sperano. Che si tratti di quanti si preoccupano per l’efficienza energetica mondiale, che si tratti del singolo che vuole risparmiare sulla bolletta.

Ma come raggiungere un simile obbiettivo? Di certo per ottenere un riscaldamento domestico intelligente è opportuno da una parte che vi siano maggiori risorse cui attingere per la costruzione dell’impiantistica nelle nuove abitazioni  che, dopo la recente legge 167, dovranno essere connesse alle nuove reti digitali da svilupparsi nelle città. Dall’altra parte è opportuno adeguare anche le abitazioni già esistenti, che per ottenere un riscaldamento domestico intelligente devono poter usufruire di incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici che sostengano l’adozione di sistemi integrati di software e di controllo digitale per il riscaldamento.

Riscaldamento domestico intelligente: come si ottiene

riscaldamento domestico intelligente

Uno degli esempi di tale tecnologia legata all’efficienza energetica casalinga è senza alcun dubbio quello delle app per smartphone , o altri dispositivi wireless, volte alla gestione dell’energia. Si tratta di una serie di applicazioni che permettono ai consumatori nuove possibilità di accedere ai dati sull’energia, e che, conseguentemente consentono un riscaldamento domestico efficiente.

Tali App possono essere considerate un passo in avanti per rendere un consumatore più consapevole del proprio dispendio energetico e, di conseguenza, attivare una sua maggiore partecipazione all’efficienza energetica del sistema.

Grazie a questi nuovi strumenti il riscaldamento domestico intelligente può divenire una realtà, consentendo al soggetto di controllare la temperatura della propria abitazione attraverso i dispositivi mobili come smartphone, tablet o il Pc.

Il riscaldamento domestico intelligente va quindi a rispecchiare il più possibile quelle che sono le abitudini di chi usa quest’app, poichè consente di regolare il riscaldamento a seconda del grado di isolamento e della temperatura esterna all’abitazione e delle abitudini di chi la abita. Come si possa ottenere ciò? Semplice! Queste app si configurano sulla base di un questionario cui l’utente risponde. Si tratta di domande piuttosto semplici, inerenti la tipologia di abitazione, le dimensioni della casa, l’anno di costruzione della stessa, oppure il tipo di riscaldamento esistente. Così facendo l’app riesce ad ottimizzare le proprie prestazioni in modo da rendere il riscaldamento domestico intelligente una realtà, per una bolletta più leggera ed una società più efficiente.

Perché scegliere la pompa di calore per il risparmio energetico

In una società che cerca sempre più di sensibilizzare i propri cittadini al problema ambientale ed al risparmio energetico, le abitazioni considerate a “zero emissioni” sono senza alcun dubbio cresciute di quantità. Questo grazie ad un’alta coibentazione e l’impiego di impianti solari termici e a biomassa nei nuovi edifici. Mentre altre strutture preferiscono puntare sul fotovoltaico o  sul solare termico.

Ma qual è la soluzione che garantisce il miglior rapporto costo-risparmio e una maggiore durata nel tempo? la soluzione di una pompa di calore per il risparmio energetico, è di certo una delle opzioni maggiormente prese in considerazione.

Installare questi sistemi non è ovviamente semplice, poiché si deve tener conto del sistema di riscaldamento presente nell’abitazione, dell’area geografica in cui l’abitazione si trova ed ovviamente necessita di una buona manutenzione ordinaria nel corso dell’anno, come il deflusso dell’acqua di condensa o la pulizia dei filtri.

Perché scegliere la pompa di calore per il risparmio energetico

La pompa di calore comporta nello stesso momento un minor tempo nel recupero delle spese sostenute per la messa in opera dell’impianto e maggiori risparmi sui costi in bolletta. Inoltre scegliere un sistema a pompa di calore per il risparmio energetico consente di utilizzare un unico impianto per il riscaldamento invernale e la climatizzazione estiva.

Le migliori performance di un sistema a pompa di calore si hanno anche con l’ausilio di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. Ovviamente l’istallazione di simili soluzioni, altra scelta ampliamente diffusa, comporta nuovi costi e nuova manutenzione, oltre al risparmio già citato.

La scelta di installare la pompa di calore per il risparmio energetico è inoltre particolarmente vantaggiosa nei periodi autunnali o primaverili quando le temperature esterne non risultano troppo rigide, vale a dire in quei periodi dell’anno in cui il salto termico fra l’ambiente interno e l’esterno non è così drastico, da permettere al sistema di riscaldamento la massima performance con un assorbimento minimo.

Come verificare quanto pompa di calore è conveniente

Per verificare quanto la scelta di una pompa di calore per il risparmio energetico abbia un impatto effettivo sulla vostra bolletta è necessario misurare il Coefficient Of Performance, vale a dire il rapporto fra l’energia prodotta (calore ceduto all’ambiente da riscaldare) e l’energia (elettrica) consumata per far funzionare la macchina.

Il C.O.P. di una pompa di calore per il risparmio energetico è variabile a seconda del tipo macchinario istallato e delle condizioni di funzionamento, le sue performance sono comunque buone quando i COP superano il valore di 2,5. Cioè quando per 1 kW di energia elettrica assorbita, la macchina erogherà almeno 2,5 kW di potenza per riscaldare la nostra abitazione.

Smaltimento condizionatori

Di uso comune, nel rispetto dell’ambiente grazie alle normative introdotte dall’Unione Europea, sono diventati quasi fondamentali nella nostra quotidianità, soprattutto alcuni di essi. Parliamo degli elettrodomestici che nel corso del tempo hanno semplificato e migliorato la vita all’interno di ambienti privati o pubblici.

Ma cosa accade a quegli elettrodomestici, frigoriferi, forni, condizionatori, quando diventano obsoleti?

Smaltimento condizionatori: quali soluzioni

I condizionatori,  facenti parte del gruppo degli AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), sono di solito considerati grandi elettrodomestici, conosciuti anche come ‘elettrodomestici bianchi poiché  richiedono una grande quantità di energia per funzionare, e, come ogni elettrodomestico grande , la procedura per lo smaltimento condizionatori deve rispettare delle normative che possono variare leggermente a seconda del contesto di riferimento.

Così come i piccoli elettrodomestici, cioè tutte quelle apparecchiature elettriche di piccole dimensioni, facilmente trasportabili, o gli ‘elettrodomestici bruni’, come TV, computer, lettori CD, DVD, fotocamere, in generale lo smaltimento condizionatori  può essere effettuato seguendo 3 differenti strade:

1. consegna presso un punto vendita, acquistando di rimando un elettrodomestico equivalente;

2. consegna per lo smaltimento condizionatori presso il centro per la raccolta differenziata o presso l’isola ecologica del proprio comune di residenza . In questo secondo caso la consegna presso questi centri è gratuita e, in alcuni comuni, si può anche richiedere il ritiro a domicilio.

3. Un ulteriore metodo di smaltimento condizionatori avviene contattando un professionista specializzato nel ritiro a domicilio degli elettrodomestici e nel trasporto e consegna presso le apposite aree di smaltimento.

Smaltimento condizionatori : perchè

 Ma perché è importante seguire questi metodi di smaltimento condizionatori? Cosa comporta la loro mancata riconsegna presso punti specializzati?

Innanzitutto precisiamo che la normativa, decreto 65/2010, riguardante lo smaltimento, vieta di smaltire gli elettrodomestici nei comuni bidoni della spazzatura come fossero normali rifiuti poiché gli obblighi per lo smaltimento dei condizionatori sopra enunciati sono stati pensati appositamente per la tutela dell’ambiente.  Questo perché all’interno di ogni elettrodomestico vi sono componenti che, se condotti presso i centri specializzati, possono essere recuperati. Materiali riciclabili o in alcuni casi nobili, per creare, ad esempio, altri elettrodomestici, come il ferro, il vetro, l’alluminio,  il rame, l’oro, l’acciaio, l’argento, il piombo, ed anche alcune parti elettroniche.

Così facendo circa il 90% di un elettrodomestico viene totalmente recuperato, e lo smaltimento condizionatori vi consentirà di dare vita ad un nuovo prodotto nel totale rispetto dell’ambiente e della normativa.

Manutenzione della caldaia

Dal 1 novembre, molti dei condomini italiani, daranno il “via libera” all’accensione delle caldaie per affrontare i primi bruschi abbassamenti di temperatura che la stagione invernale porterà con se.

Ma ancor prima che questo avvenga, ogni palazzo dovrà effettuare la manutenzione della caldaia e del sistema di riscaldamento dei propri appartamenti.

Stesso discorso sarà affrontato da quanti, con abitazioni proprie e riscaldamento autonomo, dovranno nuovamente far uso della propria caldaia rimasta a riposo tutta l’estate.

Ma in cosa consiste la manutenzione della caldaia e cos’è invece la revisione? Quali delle due è obbligatoria? E quando farle?

Iniziamo con il fare un pò di chiarezza.

Il DPR n. 74 del 2013 precisa che le operazioni di manutenzione della caldaia devono essere eseguite da ditte abilitate, in conformità alle prescrizioni e con la periodicità contenuta nelle istruzioni tecniche fornite dalla ditta che ha installato l’impianto.

Pertanto possiamo iniziare con il dire che la manutenzione della caldaia non ha, per legge, alcun obbligo temporale prescritto.

Questo significa che la regolarità con cui deve essere effettuata può variare a seconda del modello che possediamo ed è specificata nel suo libretto o nel manuale d’istruzioni. Si può comunque dire, grossomodo, che la manutenzione della caldaia vada effettuata ogni 2-3 anni.

Diversamente dalla manutenzione della caldaia, la normativa sulla revisione prevede che per gli impianti termici a combustibile liquido o solido con potenza uguale o minore di 100 kw, la revisione della caldaia debba essere effettuata ogni 2 anni.

Per gli impianti a gas metano o GPL con potenza uguale o minore di 100 ogni 4 anni,  per gli impianti termici a combustibile liquido o solido con potenza superiore a 100 kw la revisione della caldaia debba essere effettuata ogni anno, per gli impianti a gas metano o GPL con potenza superiore a 100 kw la revisione della caldaia deve essere effettuata ogni 2 anni.

In sostanza è quindi la revisione della caldaia a dover essere effettuata secondo una precisa scadenza,q uasi annuale, mentre la legge non obbliga nessuno ad effettuare la manutenzione della caldaia.

Tuttavia  si consiglia di effettuarla periodicamente ugualmente sia per la sicurezza della casa sia per un minore consumo dell’impianto stesso.

Inoltre, un mancato controllo può portare a sanzioni gravi. Le multe infatti variano dai 500 euro ai 2500 in base alla pericolosità della caldaia stessa. A fronte di un’operazione di manutenzione di una caldaia che ha un costo molto più modesto, non conviene dunque metterci in regola?

Efficienza energetica: modifiche all’etichettatura energetica

Il 26 settembre è entrata in vigore in tutta Europa una nuova normativa, nell’ambito dell’ efficienza energetica, volta a modificare l’etichettatura energetica e le misure di Ecodesign dei prodotti di climatizzazione invernale e degli scaldacqua fino ad una certa potenza.

Ad interessare questa riforma sull’efficienza energetica sono pertanto caldaie, pompe di calore, impianti di cogenerazione e scaldacqua tradizionali, solari e a pompa di calore; vale a dire  tutti quei prodotti per il riscaldamento degli ambienti e per la produzione di acqua calda sanitaria fino a 70 kilowatt di potenza nominale e i bollitori con volume fino a 500 litri.

Questa nuova normativa in ambito di efficienza energetica mira a far sì che ogni prodotto abbia una nuova etichetta energetica,  riportante le caratteristiche di efficienza, con una scala dalla A alla G, che ci indichi il consumo del singolo apparecchio, la potenza sonora e altri parametri di confronto.

 L’etichetta dovrà inoltre essere esposta chiaramente presso il punto vendita, sui siti internet, sul materiale promozionale, sui listini e su tutte le offerte commerciali.

Saranno inoltre introdotti nuovi parametri di progettazione ecocompatibile dei prodotti, con requisiti prestazionali più restrittivi necessari per avere la marcatura Ce e poterli distribuire liberamente nell’ambito europeo.

Quella che sta per arrivare non è quindi una semplice svolta nel panorama dell’efficienza energetica, legata solamente alle persone o  alla collettività che potrà finalmente avere sotto controllo  i propri consumi e quindi il peso delle proprie bollette,  ma anche un vero e proprio salto di qualità per il comparto della termoidraulica,  il cui settore in Italia occupa circa 11.500 addetti e fattura oltre 2.000 milioni di euro.

Tutto il mercato dovrebbe  giovare di questa nuova strada verso l’efficienza energetica.

Basti pensare infatti che l’80% dei consumi domestici in Italia è dovuto al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria e che semplicemente attraverso una sostituzione della caldaia tradizionale e della contestuale messa a punto del sistema di termoregolazione  si arriverebbe ad un risparmio dal 20 al 30%.

Un progetto dunque che mira  a far diventare i cittadini consumatori consapevoli, grazie alla divulgazione di una cultura dell’efficienza energetica, del legame con i professionisti del settore, della formazione rivolta a cittadini e non, e di quanto peso abbiano le loro scelte sull’ambiente e la società tutta.

 

Tassa per il climatizzatore

L’estate, il caldo, la necessità di accendere il nostro climatizzatore per fronteggiare un clima che sempre più spesso, nelle grandi città, ci appare insopportabile. Chi di noi non ha provato questa esigenza?

Eppure cosa accade se, quell’aria fresca che respiriamo nella nostra abitazione viene tassata? Cosa accade se ci chiedono di pagare l’aria che respiriamo?

La tassa per il climatizzatore è di certo uno degli incubi di quanti possiedano un simile apparecchio in casa. Il suo utilizzo è necessario, ma si è disposti ad affrontare una simile spesa?

Nel caos che è dilagato alla notizia di un simile costo, molti si sono chiesti a chi spettasse pagare la tassa per il climatizzatore e, per fare chiarezza, cerchiamo di capire insieme di cosa si tratti.

Tassa per il climatizzatore: chi e perché

Emanato già nel 2014, in ottemperanza alle ultime Direttive Europee sull’efficienza energetica degli Stati membri, esiste un decreto legge che vuole l’applicazione della tassa per il climatizzatore. Tale decreto ha come scopo quello di garantire ai cittadini che utilizzano sistemi termici, di qualunque tecnologia, macchine efficienti e sicure.

A tal fine tutti coloro che possiedono impianti di potenza pari o superiore a 12 Kw sono obbligati a pagare la tassa per il climatizzatore.

Ma quali apparecchi hanno una simile potenza?

Un impianto pari a 12 Kw si usa generalmente all’interno di ambienti della grandezza di circa 160 metri quadrati, ovvero un ufficio o un locale pubblico.

Va da se che, un appartamento medio, la cui stanze con dimensioni di circa 20-30 mq, richiedono una potenza inferiore a quella indicata e pertanto difficilmente una comune famiglia italiana avrà necessità di un condizionatore di potenza superiore ai 12 Kww.

Per tale motivo la tassa per il climatizzatore non riguarda tutte le famiglie, ma non per questo la sicurezza e l’efficienza dell’apparecchio devono essere trascurati.

Che si tratti di grandi o piccoli ambienti, infatti, è obbligatorio di “libretto d’impianto”, anche nei nuovi modelli, contenente tutte le specifiche e le verifiche associate ad esso, da fornire sia in caso di nuova installazione, sia per quegli impianti già precedentemente installati.

La tassa per il climatizzatore si rivela quindi essere più una norma per la nostra sicurezza, che prevede per ogni apparecchio un certificato di garanzia emesso da un tecnico qualificato ed un regolare controllo dell’apparecchio stesso ogni quattro anni.

Per i trasgressori le multe possono variare dai 500 ai 3000 euro, e questa sarebbe davvero, per loro, una tassa!